Cupido

EROS per i Greci.

Dio dell’amore, nacque dall’unione di Venere e Vulcano. Appena nato fu portato al cospetto di Giove, il quale intuì subito quanti danni il fanciullo avrebbe provocato e consigliò alla madre di ucciderlo. Venere non ubbidì, e nascose il neonato nei boschi, dove venne allevato da belve feroci. Da ragazzo si costruì un arco con le frecce, con le quali colpiva uomini e dèi per farli innamorare. Famoso anche il suo amore nei confronti della bellissima Psiche.

William-Adolphe Bouguereau, Cupido e la farfalla,
1888, olio su tela, 168×117 cm,
New Jersey (USA), Collezione Ross

Iconografia: Molto spesso Cupido è rappresentato come un bel fanciullo nudo e alato, munito di arco e frecce. Talvolta è dipinto bendato per ricordare che l’amore è cieco e anche per evocare l’oscurità del peccato. Quando è ritratto mentre dorme sotto un albero, vuol dire che l’amore è infelice. Se in mano ha una torcia spenta o capovolta simboleggia la caducità dei piaceri terreni, mentre se tiene un globo terrestre allude al carattere universale dell’amore.

Lisippo, Eros che incorda l’arco, I sec. a.C., marmo, 123 cm, Tivoli, Musei Capitolini      

Autori: Nicole B., Giovanni F.

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